Vite private nella Russia di Stalin.
Milano, Mondadori, 2009
In Unione Sovietica furono poche le famiglie non toccate dal terrore staliniano. Secondo stime prudenti, tra il 1928, quando Stalin assunse la direzione del partito, e il 1953, quando morì, circa 25 milioni di cittadini subirono la repressione. Quei 25 milioni – giustiziati da plotoni di esecuzione, detenuti del Gulag, confinati in insediamenti speciali, membri di nazionalitа deportate – rappresentavano circa un ottavo della popolazione all’inizio degli anni Quaranta: in media ci furono due vittime ogni tre famiglie. Inoltre, la vita di decine di milioni di individui (i figli e i parenti dei perseguitati) ne risultà irrimediabilmente segnata, con conseguenze morali e sociali ancor oggi evidenti. Attingendo a numerosissimi archivi privati nascosti nelle abitazioni di ogni angolo del paese e al materiale raccolto in oltre quattrocento interviste a persone “informate dei fatti”, Orlando Figes racconta in pagine intense e toccanti le storie segrete – tutte simili in quanto variazioni di un unico tema, lo stalinismo, ma ciascuna con la propria tragica cifra di orrore e sofferenza – di centinaia di famiglie russe di diversa estrazione e provenienza. E al contempo analizza, come non и mai stato fatto finora, la “soggettivitа sovietica”, ovvero il mondo interiore dei cittadini sotto la tirannia di Stalin.