Il lavoro assorbiva quasi del tutto la vita dei detenuti. Nella maggior parte dei lager il lavoro forzato durava dalle dodici alle quindici ore, a seconda delle stagioni. La vita nelle baracche, dove il termometro scendeva spesso sotto i 30 o i 40°, o al contrario era caldo e umido in modo insopportabile, era tutta segnata dalla lotta per la sopravvivenza: bisognava sopravvivere al freddo soprattutto, alla fame, alle malattie provocate per lo più dalla debilitazione e dalla mancanza d’igiene, alla violenza dei capisquadra reclutati tra i peggiori delinquenti, al controllo dei guardiani e alle angherie dei secondini. Il tempo che restava era impiegato a procurarsi la legna per la stufa, qualcosa in più da mangiare, a parlare con i compagni di sventura, a cercare di tenersi puliti.
25 aprile 2025. Ottantesimo anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo.
Oggi in Italia si celebra la liberazione dal fascismo, la fine dell’occupazione da parte di un regime violento e liberticida. Ogni anno si fa memoria di questo evento: una memoria complessa, allo stesso tempo individuale e collettiva, famigliare e pubblica. Eppure è sulla liberazione dal nazifascismo che poggiano le fondamenta del nostro stato democratico. Per la nostra associazione, che si occupa di memoria storica e diritti umani, è una festa importantissima. Lo è ancora di più dal 2014, e di più ancora dal 2022, da quando cioè l’Ucraina si oppone all’invasore e resiste agli attacchi criminali sferrati dal governo russo che non ha alcun rispetto per i diritti umani, che viola ogni accordo e non esita a manipolare la realtà a suo piacimento. Oggi ricordiamo le persone che 80 anni fa in Italia hanno sacrificato la propria vita per un’idea forte e concreta: la possibilità di scegliere. Oggi tutti i nomi tornano a casa, in chi li ricorda e ne porta avanti il messaggio. Per questo rivolgiamo un pensiero particolare a tutti i cittadini e le cittadine che resistono, in Ucraina, in Belarus, in Georgia e nei luoghi dove la vita umana viene calpestata in nome di ideologie criminali, e sosteniamo chi è nelle colonie penali della Federazione Russa per essersi opposto al regime dittatoriale che li ha ingiustamente incarcerati. Perché presto anche in tutti questi paesi si possa festeggiare il giorno della Liberazione. Nell’immagine il Museo storico della Liberazione di via Tasso a Roma.