Foto di Daniele Castiglioni, luglio 2007
“Il porto di Magadan si trova incastonato nella baia di Nagayevo, al riparo dalle onde corrucciate del mare di Okhotsk…Le migliaia di prigionieri, che avanzavano lungo la strada, potevano sembrare un gigantesco millepiedi grigio e nero…Sentivo appena i comandi delle guardie, tale era il vento che turbinava in tutte le direzioni, come se fosse stato un branco di lupi in accerchiamento della preda; un vento che mi punse subito la faccia, mi soffiò la terra dentro gli occhi, mi colpi le orecchie e la nuca…Un cielo basso e cupo sfiorava le cime delle montagne circostanti… Alcuni prigionieri avevano il cappello, altri si avvolsero la testa nelle sciarpe. Piegai in avanti la testa, alzai le spalle e coprii le orecchie con le mani.”
(Da: Janusz Bardach, K. Gleeson, “L’uomo del gulag. Kolyma i ricordi di un sopravvissuto” , Il Saggiatore , Milano 2001)
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